Nel 2013, l'AAPD, (American Academy of Pediatric Dentistry), la più importante associazione del mondo di dentisti pediatrici, (9500 iscritti), ha pubblicato una revisione delle linee guida sulla prevenzione in ambito odontoiatrico, contenente la raccomandazione di eseguire la prima visita, entro il primo anno di vita.
Di primo acchito, una tale affermazione potrebbe indurci a pensare: “I soliti americani! Sempre esagerati!”.
In realtà, l'importanza di questa perentoria quanto innovativa raccomandazione, poggia le sue basi su una solida letteratura e su considerazioni molto interessanti.
La più rilevante nasce dal pragmatismo americano, che come sempre si muove al galoppo solo quando è in sella al suo destriero: l'interesse economico.
Nel 2012 Berg e Stapleton hanno sottolineato come la spesa stimata per le otturazioni delle carie infantili superasse i 2 miliardi di dollari, guadagnandosi il primato di una delle più costose e delle più incontrollabili patologie dell'età evolutiva.
Il motivo principale di tale epidemia era da ricercare nell'Early Childhood Caries*, (ECC).
Non è questa la sede per approfondire la natura di questa particolare carie precoce, figlia del mondo “civilizzato”, ma è importante almeno nominarla per diffondere l'informazione della sua esistenza e del suo potenziale distruttivo.
L'articolo richiamava inoltre ad una più solidale sinergia tra pediatri , odontoiatri e igienisti per fronteggiare l'incalzante problema.
Le compagnie assicurative statunitensi, che gestiscono in pratica tutta la sanità, (privata), nel paese, hanno cercato di arginare il problema economico promuovendo programmi di prevenzione e trasformando l'odontoiatria da treatment-oriented a preventive oriented. Questo ha paradossalmente “dato la stura” a considerazioni di natura sociale che sono sfociate in programmi di prevenzione nazionali dei singoli stati americani .
La seconda importante motivazione risiede nel fatto che diverse pratiche favorenti l'insorgenza della carie si instaurano precocemente, probabilmente a partire dai 12 mesi di età e vengono mantenute nel corso dell'intera infanzia.
Partendo dal concetto che la dentizione e l'occlusione devono essere monitorate attraverso visite odontoiatriche a cadenza regolare, si desume, anzi viene suffragato dalla letteratura, che la ricerca precoce di disfunzioni o patologie e il management delle condizioni di salute del cavo orale nel bambino possano migliorare lo stato di salute generale, fino a favorirne la maturazione per l'ingresso scolastico.
In particolare, il documento a pagina 118, recita: “Ritardate diagnosi di patologie dentarie possono esitare nell'esacerbazione di problemi che conducono a cure più estese e costose. Diagnosi precoci dello sviluppo di malocclusione possono consentire interventi terapeutici tempestivi”
Due parole che aprono un mondo di nuove possibilità: precoce e tempestivo.
Vorrei sottolineare che in Italia, la situazione è diversa, l'incidenza della carie è sotto controllo per lo meno nella fascia d'età che riguarda la dentizione primaria. C'è semmai un rischio più elevato di carie dei permanenti tra i 10-12 anni.
Tuttavia le linee guida del Ministero della salute italiano non hanno previsto con chiarezza l'età per la prima visita. Certamente si introducono finalmente importanti raccomandazioni che responsabilizzano i genitori e condannano comportamenti scorretti, come un alimentazione troppo ricca di zuccheri o le abitudini orali non nutritive, (dita in bocca).
Ma queste informazioni non dovrebbero essere fornite ex post: la vera prevenzione si dovrebbe mettere in atto come misura anticipatoria, prima che si verifichi il danno, quindi entro l'anno di età.
Perchè l'ECC, per fare un esempio, trova il suo picco massimo prima dei tre anni d'età.
La prevenzione efficace dovrebbe prevedere una adeguata formazione dei genitori che giustifichi poi la loro responsabilizzazione.
L'Italia purtroppo è un paese fondato sulle contraddizioni, e la sanità pubblica ne è l'espressione più fulgida.
In sintesi: si raccomandano moltissime buone pratiche, ma non si dice quando dovrebbero essere comunicate e non c'è sufficiente chiarezza su chi dovrebbe comunicarle, (pediatra, dentista, ortodontista, igienista? Tutti insieme?).
E chi dovrebbe farsene carico...il pubblico...il privato...ambedue? E gli asili nido, le scuole materne non dovrebbero partecipare a un programma preventivo su base nazionale ?
Una maggiore chiarezza sarebbe forse il primo passo verso una odontoiatria più sociale, più orientata al bambino e alla sua famiglia.
LEGENDA
*ECC o Carie precoce dell'infanzia. E' definita come la presenza di una o più carie, la mancanza di uno o più denti causata dall'azione della carie, o la presenza di una o più otturazioni nei denti da latte, in bambini fino a 71 mesi di età.
Berg JH, Stapleton FB. Physician and dentist: New initiatives to jointly mitigate early childhood oral disease. Clin Pediatr 2012:51(6):531-7
Douglass JM. Response to Tinanoff and Palmer: Dietary determinants of dental caries and dietary recommendations for preschool children. J Public Health Dent 2000; 60(3):207-9.
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Kranz S, Smiciklas-Wright H, Francis LA. Diet quality, added sugar, and dietary fiber intakes in American preschoolers. Pediatr Dent 2006;28(2):164-71.
83.
Reisine S, Douglass JM. Psychosocial and behavorial issues in early childhood caries. Comm
Dent Oral Epidem 1998;26(suppl):132-44.
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